Mentre scrivo questo post è passata una settimana circa dall’imbottigliamento della mia recentissima Fresh Plus Plus di cui ho raccontanto abbondantemente qua. In tutto ho riempito bottiglie per un totale di 22 litri di una birra molto limpida e dal colore ambrato carico e dai forti sapori di malto e con un amaro decisamente interessante.
Quindi, come da tradizione possiamo dire che Briù Plus Plus is back! Anche se… non è proprio del tutto vero. Ma andiamo per ordine.
Com’è andata la fermentazione
La fermentazione è andata, come dire, da manuale. Il lievito US-05 ha lavorato benissimo: ho lasciato fermentare i primi 4-5 giorni a 18 gradi, e poi sono salito dopo a 21 fino a fine fermentazione. In tutto questo mi sono fatto aiutare dal Plaato che ha monitorato l’andamento della fermentazione e dopo 7 giorni era messo nero su bianco che la fermentazione poteva ritenersi conclusa e che il lievito aveva già detto tutto quello che poteva dire raggiungendo in maniera stabile la densità finale desiderata. Ho impostato quindi la discesa della temperatura per la winterizzazione e ho fatto un dry hop con circa 60 grammi di cascade in coni, messi in una hop bag con due cucchiai di ferro per portare i luppoli completamente in immersione verso il fondo. Nel caso ve lo stesse chiedendo: no, il peso di due cucchiai da cucina non è sufficiente per far precipitare il luppolo in coni verso il basso: quando per l’imbottigliamento ho aperto il fermentatore per travasare ho trovato un piccolo iceberg di luppolo, per la maggior parte sommerso, ma pur sempre un iceberg.
Un paio di note aggiuntive sul Plaato
Un paio di commenti per facilitare la lettura dell’immagine qui sopra: il grafico è il riassunto in modalità mensile della fermentazione. In tutto questa fermentazione è durata meno. circa 7 giorni di fermentazione e circa 7 giorni tra maturazione, winterizzazione (con 4 gg di dry hop) prima di imbottigliare. Una visione globale del grafico, in qualche modo aiuta. Tutti i dati si aggiornano in tempo reale in base all’ultima rilevazione inviata.
Ma partiamo dall’alto:
- Monitor / Batch / Settings:
- Nel Tab Monitor è possibile controllare l’andamento della fermentazione attraverso i dati rilevati. Nel Tab Batch Settings è possibile impostare i dati relativi alla fermentazione in corso, ovvero i litri e densità iniziale (questi dati li dobbiamo inserire il più precisi possibile per agevolare Plaato nell’effettuare le sue stime). Nel Tab Update SG è possibile correggere in corso d’opera la densità e attivare la modalità auto learning. Io ho impostato l’auto learning ON e nel corso della fermentazione ho effettuato la correzione della densità in tutto 4 volte. Mi sono aiutato, ovviamente, col metodo del densimetro in ammollo, fedele compagno di vita.
- BPM: indica i Battiti (o Bolle) Per Minuto che vengono espulse. Nel grafico è semplicemente zero perché lo screenshot è di adesso che scrivo il post: durante la fermentazione ha raggiunto picchi di 60-70 bolle al minuto. Per essere un US-05, a quelle temperature, si tratta di un conteggio decisamente appropriato.
- Temp: si tratta della temperatura rilevata dal plaato. Da notare che non è quella del mosto, ma quella della camera di fermentazione. Per certi versi è un informazione inutile.
- Alcoohol level: il calcolo al volo di quanto alcool è stato prodotto dal lavoro dei lieviti. Comodo da avere sempre sott’occhi.
- Original Gravity: il valore impostato da noi (sono gradi Oeschel, basta togliere 1000 dai valori a cui siamo abituati noi per fare conversione: 1053 = 53°Oe)
- Estimated Specific Gravity: il valore, sempre in °Oe della densità stimata. la mia fermentazione si è fermata a 1012 (lettura del densimetro).
- Grafico: sono rappresentate tre linee differenti per colore e significato, tutte disattivabili dalla rappresentazione grafica: Verde Fermentazione, Arancio Gravity, Bianco Temperatura. Come ho detto, la linea bianca è inutile dal momento che non mostra la T del mosto, ma quella dell’ambiente esterno, che in una camera di fermentazione è un dato effimero, dal momento che partendo il compressore del frigo la T rilevata può andare molto di sotto alla reale T del mosto. La linea verde mostra la discesa, dolce in questo caso, della densità che parte da 1053 e arriva a 1012. La linea verde è decisamente quella più interessante di tutte, perché mostra i picchi della fase tumultuosa di fermentazione. Quando è stabile, la fermentazione è conclusa.
- Totale bolle: il conteggio esatto delle bolle emesse e contate dal Plaato. Il dato è completamente inutile, ma molto figo.
Questo secondo uso di Plaato non è stato all’altezza del tentativo precedente. A differenza della volta scorsa, ho dovuto effettuare diverse volte la correzione di OG tramite app, perché non sempre la lettura rilevata dal Plaato corrispondeva alla lettura data dal densimetro in ammollo. Do la colpa al fatto che il Plaato è stato dentro la camera di fermentazione al freddo e al gelo, ma ci può pure stare che ai primi utilizzi, sono necessarie diverse correzioni per tarare lo strumento in base al suo habitat. Confido di ridurre nelle prossime fermentazioni il numero di correzioni, fino ad esaurirle del tutto nel giro di 4-5 cotte.
Ho quindi imbottigliato
Ma facciamo un passo indietro.
La birra che avevo in mente quando ho deciso di fare la cotta era una American IPA, una birra fortemente luppolata con una buona base maltata a sostegno. Ma evidentemente i luppoli che ho usato in aroma non si sono rivelati particolarmente in forma, poiché nonostante le dosi bolsceviche utilizzate, non esprimono per niente, al naso e alla bocca, quello che mi aspettavo.
Come fare in questi casi?
In questi casi ci si arrangia. Semplice.
Oppure si cerca di correggere il tiro cercando di cambiare lo stile di partenza con uno che possa corrispondere a quello che sta nel bicchiere. E questo è un po’ giocare sporco. Anzi, un bel po’ sporco. Quando un mastro birraio pensa alle sue birre, lo fa sempre in funzione ad uno stile, tranne rari casi, e se il bicchiere non esprime questo pensiero vuol dire che qualcosa è andato storto. Non sto parlando di infezioni, o problemi durante la fermentazione. Mi riferisco soprattutto alla qualità delle materie prime. E questo succede molto più spesso di quanto possiamo immaginare, purtroppo. In poche parole… avevo in mente una America IPA e mi sono ritrovato una English Strong Bitter!
American IPA e English Strong Bitter: un confronto tra i due stili in base alla mia birra.
America IPA | English Strong Bitter | la mia birra | |
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Categoria BJCP | 21A | 11C | |
Vital Statistics | IBU: 40 - 70 SRM: 6 - 14 OG: 1.056 - 1.070 FG: 1.008 - 1.014 ABV: 5.5% - 7.5% | IBU: 30 - 50 SRM: 8 - 18 OG: 1.048 - 1.060 FG: 1.010 - 1.016 ABV: 4.6% - 6.2% | ricade in entrambe i profili |
Aspetto | Il colore varia da oro medio a giallo-ambrato chiaro. Dovrebbe essere pulita, anche se le versioni non filtrate possono essere un po' velate. Schiuma dalle bolle di media grandezza, di colore da bianco a biancastro con buona persistenza. | Colore da ambrato chiaro a rame intenso. Prevista brillante chiarezza. Schiuma da bianca a biancastra da bassa a moderata. Una testa bassa è accettabile quando la carbonazione è anche bassa. | ricade in entrambe i profili |
Gusto | Corpo da medio-leggero a medio, con una consistenza morbida. Carbonazione medio-alta. Nessuna astringenza derivata dal luppolo. Calore alcolico molto leggero e regolare, non è un difetto se non si intromette nell'equilibrio generale. | Corpo da medio-leggero a medio-pieno. Carbonazione da bassa a moderata, anche se le versioni in bottiglia saranno più alte. Versioni più forti possono avere un leggero calore alcolico, ma questa nota non dovrebbe essere troppo alto. | ricade in entrambe i profili |
Aroma | Un aroma da luppolo prominente ad intenso con una o più caratteristiche di luppolo americano o australiani come agrumi, fiori, pino, resinoso, speziato, frutta tropicale, drupacee, bacche, melone, ecc. Molte versioni hanno dry hop e possono avere un ulteriore aroma di luppolo fresco; questo è desiderabile ma non richiesto. Erbaceo dovrebbe essere minimo, se presente. Sullo sfondo si può trovare un aroma da basso a medio-basso pulito, granuloso e maltato. Il fruttato del lievito può anche essere rilevato in alcune versioni, sebbene sia accettabile anche un carattere di fermentazione neutro. [...] | Aroma di luppolo da moderatamente alto a moderatamente basso, tipicamente con un carattere floreale, terroso, resinoso e / o fruttato. Aroma di malto medio-medio, facoltativamente con un componente di caramello da basso a moderato. Esteri fruttati da medio-bassi a medio-alti. Generalmente nessun diacetile, anche se sono ammessi livelli molto bassi. | ricade, ahimé, perfettamente nel profilo della ESB |
Insomma, quello che mi ha fregato, è stato il luppolo in aroma… e dire che in fase di cotta, l’odore era veramente inebriante…
Conclusioni
Sono sincero: sono soddisfatto lo stesso. Come al solito, non è una birra pensata per vincere ad concorso, e anche volendo, nel caso mi dovesse balenare in mente la malsana idea di portarla in giro, posso sempre dire che una English Strong Bitter era esattamente quello che volevo. Del resto l’homebrewing è un’arte che si destreggia con maestria soprattutto con anni ed anni di esperienza, esattamente come l’arte del barare.