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Briù SQL is born

28 Settembre 2017 - il Blog
Briù SQL is born

Signore e signore, TADAN!
Ecco a voi l’ultima arrivata… la splendida… l’unica… la divina (in effetti)… la fantastica Briù SQL!

(applausi)

Occhei occhei. Capisco i vostri entusiasmi, ma vi prego di sedare i vostri animi agitati, e permettetemi di fare un piccolo riassunto delle puntate precedenti.
Innanzitutto, che birra è la Briù SQL? Facile. Si tratta di una birra stagionale, nella sua prima versione, composto da orzo maltato e una parte di mosto d’uva e una leggera luppolatura fruttata.
Il mosto d’uva usato è il nebbiolo, un vitigno molto pregiato proveniente direttamente da Gattinara, gentilmente donato dal mio caro amico Stefano della Cantina Delsignore, una cantina eccellente con parecchi premi prestigiosi nella sua storia.
Avevo già illustrato la cotta e la mia interpretazione dello stile non stile IGA, al punto tale da aver stravolto le finte regole creando, quella che sulla carta ho chiamato American Grape Lager.

Cos’è un American Grape Lager?
Fermo restando che spesso i nomi degli stili possono assumere delle sfumature talmente barocche da diventare ridicoli, anche io mi sono improvvisato creatore di stili birrari. Dando il giusto peso ad ogni singola parola.

American: perché ho delegato la luppolatura a dosi discrete di cascade e simcoe, tipici luppoli americani dai potenti aromi fruttati e agrumati. inoltre ho aggiunto una dose di saaz per sostenere ed enfatizzare la citricità tipica delicata del nebbiolo da non essere sopraffatto dagli altri aromi.
Grape: evvabbé… questa è facile. l’utilizzo di mosto d”uva non poteva non essere citato, scimmiottando la G di IGA) all’interno dello stile.
Lager: già… perché Lager? Volevo una base maltata neutra, leggera, poco invadente a sostegno della luppolatura e della componente vinosa. Si potrebbe discutere all’infinito sul fatto che, usando un lievito da californian lager non si tratta di una vera e propria bassa fermentazione. Io fermamente sostengo che fare basse fermentazioni in casa non ha senso, a meno che si abbia il giusto spazio, giusta attrezzatura e giusti tempi.
Quindi American Grape Lager. Suona malissimo? alla fine ci si abitua.

Perché SQL?
Quando decido i nomi delle mie birre, cerco di essere sempre in qualche modo originale e omaggiare un’altra delle mie passioni, ovvero la programmazione. Un po’ perché quella L finale richiama lo stile creato e poi, principlamente perché Il linguaggio SQL è un arte che negli anni ho sempre padroneggiato con amore, devozione e interesse. Fare le domande giuste ad un database e farsi dare un output ordinato da soddisfazione. In un certo senso considero questa birra una prova di abilità: sono stato bravo? Vedremo…

Un po’ di dati su questa cotta, così come calcolati su brewonline.net
OG:    1058
FG:    1010
ABV:    7%
IBU:     8.7
EBC: questo non lo so definire. dal momento che è un colore molto chiaro con sfumature rosa simili a quello che potrebbe avere una spremuta filtrata di pompelmo rosa, appunto.

Per questa cotta speciale ho deciso di usare molte bottiglie nel formato da 75 cl, in quanto ho immaginato di portarla in tavola in compagnia di amici e parenti per le occasioni speciali accompagnando dei pasti a base di carne o pasta al forno, lasagne o altre leccornie. Inoltre è un gradevole accompagnamento per aperitivi… da fare sempre in compagnia. Infine ho anche imbottigliato delle bottiglie da 33 cl in caso di omaggi e le canoniche bottiglie da 50 cl… perché per me sotto la 50 non è amore.

Gran parte del successo di questa produzione non può che essere merito del già citato Stefano: amico appassionato e generoso che non smetterò mai di ringraziare.

E con questa, cari amici e care amiche, possiamo finalmente dire con gioia che… Briù SQL is born!

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