Un po’ di post fa parlavo di tutti i buoni propositi, messi nero su bianco in maniera più o meno ordinata, per ripartire di slancio in una nuova stagione brassicola. Pensieri che aiutano prevalentemente me stesso, ragionare e razionalizzare, e per risparmiare qualcosa sugli acquisti delle materie prime necessarie per almeno 4 / 5 cotte, mettendo il tutto nella whishlist dei vari store on line.
Poi è un attimo che ci si fa prendere la voglia, in piena preda a voglie oniriche, e ci si ritrova a fantasticare su quanto sia bello l’hobby in questione con la leggera sensazione di essere immortali ed infiniti: farò questo… farò quello! Andrò qui… andrò la! Meglio questo lievito o questo fermentatore? Etc etc etc.
Noi homebrewers siamo persone strane: siamo puntigliosi, capricciosi, orgogliosi, testardi, meticolosi, intransigenti… Ma non basta: abbiamo altri mille difetti: a volte, abbiamo sulle spalle anche altre passioni, altry hobby, altre distrazioni.
A volte, abbiamo addirittura delle responsabilità: un lavoro, una famiglia, dei figli, delle scadenze… Tutte cose che paradossalmente arriviamo a considerare come distrazioni dal nostro bisogno incredibile di macinare malti, testare attrezzature, accumulare manuali, partecipare a eventi.
E capita che ogni tanto la Realtà si presenta con la sua bella mazza chiodata poggiata sulle spalle, fiera altezzosa e sicura di sé, e ti chiede di fare un sorriso.
Certo… se poi la Realtà si limitasse a venire solo con la mazza chiodata, sarebbe solo che un bene.
No tengo dinero, oh oh
Sono circa due mesi, da inizio settembre scorso che ho completato e aggiornato la whishlist, ma ancora non ho messo in carrello. Grani, luppoli e lieviti per le nuove cotte giacciono in un limbo, in attesa di conoscere il proprio momento. Ed è da Agosto che non faccio una cotta, e come un cretino mi struggo tutte le volte che qualche collega homebrewer mostra foto del suo ultimo ammostamento. Le provviste di birra fatta in casa prodotta stanno per finire, e ho tante bottiglie vuote sugli scaffali in cantina che ormai quasi non ci entrano più e sono costretto addirittura a buttarle.
Ma la Realtà ha emesso il suo verdetto, attraverso mille voci e mille volti: il dentista ha emesso fattura; la scuola è ricominciata; in ufficio ci sono diversi progetti in scadenza che richiedono massima concentrazione e zero distrazione; le visite mediche sono sempre dietro l’angolo; i miei occhiali, dopo 11 anni di onorata carriera decidono di rompersi; le scarpe dei bimbi fanno la linguaccia; gli amici decidono di sposarsi; i fine settimana duran sempre troppo poco per fare tutto… e qualcosa deve essere sacrificato. E indovinate un po’ qual è l’agnello sacrificale? Non ci resta che cantare No tengo dinero (oh oh) No tengo dinero (Oh oh oh oh).
Vedo molti di voi fare su è giù col crapino. Siamo tutti nella stessa barca. Casomai fatemi sapere chi siete nei commenti e facciamo terapia di gruppo.
E quindi?
E quindi, niente. Indosso anche su queste pagine per un attimo i panni dell’essere adulto, e in maniera del tutto razionale e matura, mi arrendo all’evidenza, e rimando a tempi migliori. E do priorità alle bollette e alle spese impreviste. Alle fatture e alle mille altre spese.
E mi convinco che se tra una cotta e l’altra passa più tempo del previsto; se anche questo mese non posso fare l’ordine di materie prime; se non riesco ad andare ad Eurhop; se non riesco ancora a prendere gli ultimi pezzi per l’imbottigliamento in contropressione; se la riserva di birra fatta in casa è agli sgoccioli; se il tempo libero a disposizione è sempre molto poco… pazienza.
Ci vuole una gran pazienza. E tanto auto convincimento.
Cerco sempre di tenere a mente che l’homebrewing, in fondo, è solo un hobby. E come tale devo trattarlo. Con rilassatezza e senza quel senso di colpa pressante o la sensazione di usare risorse, tempo e soldi utili per cose più importanti.
In fondo, oltre l’appagamento personale e il miglioramento, non ho nulla da guadagnarci da questo hobby. Tutto quello che faccio e racconto su questo blog non è un lavoro, non mi genera introiti. Lo faccio volentieri, ma per pura passione e devozione verso la materia. So che molti homebrewers vendono sottobanco le proprie produzioni e ritengo la cosa molto pericolosa (e non solo solo io a pensarla così) ma questo è un altro discorso.
Tutto questo è un hobby, che da anni fa ago da bilancia tra dovere e piacere perennemente in cerca dell’equilibrio perfetto.
Si tratta solo di avere pazienza! Figuriamoci se smetto di fare birra in casa solo perché ho avuto più spese del previsto. So aspettare, e il momento giusto arriverà. E quando arriverà, sarò ancora più contento di farmi e bermi la mia birra fatta in casa.
E ora… sigla!
2 pensieri su “Tra dovere e piacere”
Ciao, sono Michele e anche io ho seri problemi di dipendenza dall’Homebrewing. Per ovviare al problema “Money” io da un anno sfrutto gli incassi dal Match Betting (150€ mese circa) che devolvo a Pinta e ai cinesi di AliExpress.
praticamente un secondo lavoro 😀