Venerdì scorso, dopo troppo tempo per i miei gusti (ma questo è un altro discorso), mi sono chiuso nell’officina e ho brassato la mia Briù Plus Plus.
Purtroppo questa birra ha la maledizione di essere sempre la birra “sperimentale”, cioè quella che si deve sorbire aggiornamenti dell’impianto, prove per nuove modalità di birrificazione etc etc…
Eh sì, perché questa volta, la sperimentazione c’è stata, e pure con un discreto passaggio di livello: è stata rivoluzionata ed aggiornata la modalità di produzione di tutta l’officina, evolvendo dal BIAB al BIAP (come l’ho sentito definire da Antonio De Feo, e che sinceramente trovo come definizione molto azzeccata).
Che cos’è il BIAP?
BIAP sta per Brew In A Pipe, cioè birrificazione nel tubo, una tecnica che si sta pian piano affermando come valida alternativa all’All Grain classico che fa uso dei tre tini riducendo il tutto ad una pentola contenente un tubo forato più un eventuale pentola esterna per l’acqua di sparge.
Da cosa è composto il BIAP?
Intendiamoci, basta cercare su internet per capire che di sistemi di birrificazione con una pentola che ospita al suo interno un tubo forato è pieno il mondo. Un esempio su tutti? il blasonato Braumeister, oppure il rivale conveniente Grainfather. Sono considerati sistemi All in One: tutto in un unico posto, anche se poi, vedremo, non proprio tutto tutto tutto… facciamo il 70%.
Gli elementi fondamentali che identificano un sistema BIAP sono:
- una pentola elettrica con almeno 30 litri di capienza;
- un tubo, ovvero, un contenitore più piccolo che si infila nella pentola elettrica con il fondo forato; con fondo rialzato;
- un pannello di controllo più o meno avanzato e automatico;
- un disco forato dello stesso diametro del tubo per permettere uno sparge a fine ammostamento;
- una pompa per il ricircolo continuo del mosto;
Ci sono altri strumenti utili, ma non fondamentali a mio avviso, per integrare e potenziare il BIAP, ovvero:
- un sistema PID integrato nel pannello di controllo;
- uno switch per aumentare / ridurre la potenza della resistenza, tipicamente 700/1800/2500w;
- un filtro bazooka, in alternativa un mini filtro bazooka;
Perché fare BIAP?
Colloco questa tecnica, come anello di congiunzione tra l’All Grain BIAB e l’All Grain classico. Per fare un paragone con contesto completamente differente, così come il rock sinfonico unisce immediatezza e orecchiabilità con eleganza e complessità, allo stesso modo il tubo unisce la praticità e velocità dell’All Grain BIAB con la tecnica dell’All Grain classico.
Che differenza c’è tra All Grain classico, All Grain BIAB e All Grain BIAP?
(NdA: mi rendo conto che in questo post sto diventando peggio di Aranzulla…)
Dando per scontato le pratiche che a prescindere dalla tecnica battezzata rimangono in linea di massima sempre valide (controllo del ph, step di ammostamento, raffreddamento, luppolatura, inoculo lieviti, fermentazione…) provo a fare una tabella comparativa per identificare la vera differenza tra tutti e tre i sistemi.
AG BIAB | AG Classico | AG BIAP | |
macinatura fine de grani |
sì |
no |
no |
litri d’acqua per ammostamento |
tutta l’acqua prevista | rapporto di 3lt per ogni kg di malto e acqua di sparge |
rapporto di 3lt per ogni kg di malto e acqua di sparge |
mash |
sì |
sì |
sì |
mash out |
no |
sì |
no |
sparge |
no |
sì |
sì |
Pentole necessarie |
1 |
3 |
2 |
Già da quest’ultimo punto è evidente come il BIAP stia esattamente in mezzo tra il BIAB e Classico. Ma, come direbbe Alberto Angela, andiamo al prossimo punto. Seguitemi…
Come si usa un sistema BIAP?
Ecco i punti salienti:
- prepari nella pentola l’acqua prevista come All Grain Classico, e porti a temperatura. puoi già inserire il pipe vuoto, se vuoi. l’importante è valutare l’adeguato assorbimento termico non solo dei grani, ma anche del tubo;
- inserisci i grani nel tubo e fai mash con gli step previsti dalla ricetta, con il ricircolo attraverso la pompa, e tutto quello che preferite;
- nel frattempo, mettete a scaldare l’acqua prevista dello sparge portandola a temperatura di mash out, tipicamente 78 gradi;
- alla fine del mash, invece di andare in mash out, sollevi il tubo dalla pentola: molti sistemi BIAP prevedono dei pratici sostegni all’interno della pentola stessa, anche a più step. A questo punto, il mosto sgocciola direttamente dentro la pentola per azione di una forza stranissima che difficilmente riserva brutte sorprese: la gravità;
- effettui sparge inserendo acqua nel tubo, in maniera molto simile all’All Grain Classico. In pratica si tratta di un fly sparge.
- Infine estrai e metti via il tubo e i grani… e via in bollitura.
Com’è andata la cotta col BIAP?
E quindi venerdì scorso è stata la prima volta che ho usato il BIAP. Io, che sono un BIABista convinto, nel tempo mi ero lasciato andare ad alcune tentazioni, tra la quali quella di effettuare sparge sui grani in sacca cercando aumentare il litraggio finale ed efficenza. I risultati c’erano, ma a fronte di lavoro extra e complicazioni non da poco. Invece, alla fine del mash, tirando su con poche energie e decisamente zero effetti collaterali il tubo esausto del suo lavoro dalla pentola, non ci volevo credere… per un attimo mi sono sentito “evoluto”: la fase di sparge in tutto è durata meno di 10 minuti, ma secondo me sto esagerando. Nel frattempo la pentola recuperava tutto ed era già settata a tutta potenza per andare in bollitura. E dopo nemmeno 20 minuti avevo 28 litri di mosto in pentola pronto per la luppolatura. Non ci credevo nemmeno io: praticamente ho fatto All Grain Classico mettendoci meno tempo di come facevo All Grain Biab con difficoltoso sparge. E siccome a noi nerd del terzo millennio ci piace semplificare le cose e non ulteriormente complicarle, direi che è un ottimo risultato. Sono onesto ed ammetto che non ho ottenuto l’efficienza che avevo stimato, ma è un errore calcolato visto che non avevo mai usato questa pentola e “fase di test” e “rilascio in produzione” sono praticamente concisi… e rilasciare in produzione direttamente è sempre un grosso rischio. Può andare bene, ma spesso va male. Oppure può andare male, ma spesso va bene. Mi devo abituare a questa nuova metodologia, ma già non vedo l’ora di fare un’altra cotta.
Quanto costa un sistema BIAP?
Si vabbè, ma quanto costa tutto sto gioco? Come lo giustifico in termini di spesa tutto questo? Come al solito la risposta è… dipende.
Come accennavo all’inizio di questo lunghissimo post, un sistema All in one può avere prezzi decisamente variabili e differenti che vanno dai 1600€ ai 200€, o addirittura anche meno, se ti fai tutto da solo.
Se, come me, sei già un homebrewer dotato di attrezzatura per uno dei due sistemi di all grain, ovviamente la spesa è ridotta: aggiungi alla tua collezione solo il sistema BIAP. Per me è stato sufficiente declassare la mia bielmeier da prima donna, regina incontrastata della mia sacca a scalda acqua per sparge.
Diverso è il caso se sei un homebrewer che vuole iniziare a produrre birra fatta in casa e non hai nemmeno un fermentatore di plastica: la pentola All in one allora non è più sufficiente, te ne serve un’altra pressappoco da 20 litri dove scaldare l’acqua per lo sparge. E tutto il resto, ovviamente.
Dopo diversi mesi a guardare in giro per l’internet, mi è capitata sotto gli occhi la pentola Bulldog Brewer e l’ho scelta perché mi è sembrata completa nel suo essere essenziale: incluso nel pacchetto c’era una pompa, un pannello di controllo per switchare comodamente tra 700, 1800 e 2500w, un pipe con due livelli di estrazione, ma più i tutto mi ha convinto il piatto forato per lo effettuare lo sparge. E, sarà che l’occhio del padrone ingrassa il cavallo, ma sono veramente soddisfatto dell’acquisto. Ma, ripeto, in giro si possono trovare almeno altre mille alternative, come per esempio il sistema appena uscito marchiato Klarstein.
Come realizzare un sistema BIAP in casa?
A proposito di Klarstein. Io voglio dichiarare apertamente la mia totale stima verso quest’uomo che partendo dalla caldaia elettrica beer fest klarstein, un tubo della caldaia e qualche altro ammenicolo si auto costruito un sistema BIAP efficentissimo e, diciamocelo, fichissimo. Vorrei essere anch’io bravo come lui, segno evidente che l’homebrewing non è un semplice hobby, ma una vera e propria arte che soddisfa a 360° il bisogno della persona curiosa, che vuole veder nascere un prodotto complesso e ricco come una birra da zero, fino al boccale.
Salute!