Che la mia stagione brassicola autunno-inverno non sia partita sotto i migliori auspici… ormai lo sanno pure i sassi: non si tratta certo di un mistero.
Come se non bastasse, dopo 4 anni ho deciso di provare a fare un Kit All Grain già preparato e in vendita: in occasione della X giornata nazionale italiana dell’homebrewing ho deciso di “rompere” le regole e lasciarmi andare e rivivere l’ebrezza provata tanti anni fa quando cominciai a fare birra in casa.
Lo stile scelto di quest’anno è una Ordinary Bitter ( cat. 11A del BJCP ) e la ricetta consigliata porta la firma autorevole di Alessio Allo Gatti, il signor CANEDIGUERRA (decisamente non il primo che passa per strada), quindi tutto sommato, per me che preferisco bere inglese, non si è trattato di chissà quale grande sacrificio. Ultimamente poi stanno ritornando in auge tra gli homebrewer la moda di fare le birrette, inteso non in maniera dispregiativa, quanto come la rivalsa delle birre semplici rispetto ai birroni: pochi malti, un luppolo, il giusto lievito… e via col tango.
E mentre decidevo se mettere in carrello il kit convivevano in me diverse sensazioni contrastanti, che più o meno hanno poi dato esito all’acquisto.
Quindi, proviamo a capire perché e quando è giusto scegliere un kit all grain.
Perché e quando scegliere un kit all grain?
Quando e perché è giusto comprare un kit all grain? E quando no? Proviamo a rispondere a questa domanda in maniera sintetica per punti. Facciamo un po’ quel giochetto delle classifiche? Vi va? Parliamone nei commenti.
Ritengo che sia giusto comprare un kit all grain quando:
- Sono alle prime cotte in All Grain e ancora non ho confidenza, dimestichezza e voglia con la scrittura di ricette sia a mano o con l’ausilio di un un buon software;
- Non ho ancora tutta l’attrezzatura necessaria per completare un impianto all grain come si deve, come per esempio un mulino per macinare, una macchina per mettere in sottovuoto gli avanzi, etc…;
- Magari faccio due cotte l’anno e non ho la voglia di archiviare le materie prime comprate sfuse.
- Preferisco limitarmi ad eseguire in maniera scimmiesca le indicazioni riportate in ricetta (ok, questo più che un pro sembra un contro… ma ci arriviamo);
- Vado di fretta (…non ho più tempo, datemi retta).
D’altro canto ci sono talmente tanti motivi per non comprare i kit All Grain che faccio fatica ad isolarne solo cinque. Proviamoci.
- Le ricette sono scritte prevalentemente pensando ad un ottimistico impianto a tre tini con efficienza sul 75%, mentre nella maggior parte dei casi ci sono impianti BIAP o addirittura BIAB (ma ormai nessuno fa più BIAB… manco più Francesco! E pure Corrado continua a dire che da domani smette di fare birra in casa);
- Le ricette, sempre loro, fanno schifo: sono pensate più alle ottimizzazioni di smaltimento di materie prime da parte del venditore che allo stile di riferimento.
- Non è mai esplicito quando il kit è stato confezionato. Per quel che ne possiamo sapere, i kit che abbiamo in mano vengono preparati al momento della vendita oppure mesi addietro, sopratutto in caso di macinazione dei grani inclusa.
- Conti alla mano, il costo delle materie prime sciolte non raggiunge il costo del kit intero.
- Vuoi mettere la bellezza di ragionare e scrivere una ricetta da solo? ah signora mia…
Detto questo, mi sono cazziato da solo per aver preso il kit bell’e pronto. E la sera di venerdì 25 ottobre mi sono chiuso nella mia Officina per preparare la mia ennesima cotta per celebrare l’appartenenza e la devozione a questo fantastico hobby, ben due giorni prima rispetto all’appuntamento nazionale, perché ragazzi… ok la passione, ok l’appartenenza, ok tutto… ma la domenica è il giorno delle signore.
Parliamo un po’ della ricetta.
I kit All-Grain comprati on line sono sempre accompagnati da un foglio di istruzioni in cui sono riportate, riga per riga, l’elenco delle cose da fare come una scaletta da rispettare pedissequamente, compresi i momenti da ritargliare per la pulizie delle attrezzature. Ma io non ho bisogno di leggere la procedura e seguire le fasi alla lettera: so già cosa fare e quando. Preferisco concentrarmi sulla vera protagonista della cotta: la ricetta, che paradossalmente ha pochissima visibilità all’interno delle istruizioni, con informazioni vaghe ed approssimative. Come prima cosa, infatti, ho trascritto ed adattato la ricetta secondo le mie esigenze, e ho avuto non poche difficoltà nel riportare su BrewFather le materie prime e solo dopo un paio di tentativi di aggiungi qua e sposta la credo di aver trovato la quadra del cerchio, ma non ci scommetterei, visto che la verità è nota solo al produttore del kit.
Ho poi ridimensionato e ricalcolato i volumi di acqua e il relativo trattamento in base al mio impianto. E anche su questo fondamentale aspetto abbiamo sempre delle informazioni vaghe e approssimative.
Ordinary Bitter – Allo Edition
- Ordinary Bitter – 3.8% / 9.4 °P
- 72% efficiency – Boil Time: 60 min
- Mash Water: 19.24 L – Sparge Water: 11.3 L
- Pre-Boil Gravity: 1.033
- Original Gravity: 1.038 – Final Gravity: 1.009
- IBU (Tinseth): 30 – Color: 14.2 EBC
Mash
- Temperature – 66 °C – 90 min
Malts (3.83 kg)
- 3.6 kg (91.6%) – Thomas Fawcett Pale Malt, Golden Promise – Grain – 5.9 EBC
- 230 g (5.9%) – Bairds Caramel/Crystal Malt – Grain – 148 EBC
Other (100 g)
- 100 g (2.5%) – Briess Rice Hulls – Adjunct – 0 EBC
Hops (55 g)
- 43 g (27 IBU) – East Kent Goldings (EKG) 5% – Boil – 60 min
- 12 g (3 IBU) – East Kent Goldings (EKG) 5% – Boil – 10 min
Miscs
- 7 ml – Lactic Acid 80% – Mash
- 5 g – Irish Moss – Boil – 10 min
Yeast
- 2 pkg – Fermentis S-04 SafAle English Ale
Fermentation
- Primary – 16 °C – 3 days
- Primary – 21 °C – 4 days
Cosa non mi piace di questa ricetta
Lungi da me il voler fare le pulci ad Allo di CANEDIGUERRA, di cui apprezzo moltissimo le produzioni compreso l’estetica, ma ci sono delle cose che francamente non ho apprezzato in questa ricetta.
- Ammostamento: Novanta minuti di ammostamento mi sembrano un tempo decisamente esagerato! In molti casi, con un corretto PH e con malti freschi, un’ora di ammostamento è più che sufficiente, e addirittura si può arrivare a conversione anche in 40 minuti. In caso, se non si vogliono avere dubbi, l’amico iodio può essere sempre un affidabile test da fare.
- Sempre sull’ammostamento: il monostep è un’ottima scelta, ma io ho preferito rimanere più basso, intorno ai 63-65, per evitare di avere una birra troppo dolciona in bocca. il Crystal scelto (presumo il 150 nel kit) ha delle evidenti note di toffee e caramello, che in combinazione con un’attenuazione bassa a mio avviso potrebbe diventare stucchevole.
- Luppolatura: c’è poco da dire: luppolo fantastico per dosi e tempi da manuale. Nella ricetta non ho trovato specificati gli alfa-acidi: ho presunto i valori tipici intorno al 5% per arrivare ai 30 IBU richiesti.
- Fermentazione: In ricetta si consiglia di inoculare il SafAle Fermentis S-04 a 19° per 7 giorni fino a fine attenuazione. Io ho preferito partire i primi 3 giorni a 16° per poi alzare gradualmente fino a 21° per cercare di contenere la famosa produzione di esteri e per permettere il riassorbimento del diacetile, due dei tanti talloni di Achille di questo lievito.
- Efficienza: in queste ricette non si parla mai di efficienza dell’impianto, valori importantissimi, volubili e variabili da homebrewer a homebrewer. Come dicevo prima, in queste ricette risulta palese che viene preso come riferimento un impianto a tre tini con un efficienza finale che va dal 72 al 75%: una stima decisamente molto ottimistica. Sarebbe opportuno educare l’homebrewer che ha comprato il kit a ragionare in maniera consapevole sulla ricetta proposta. Io sarei curioso di sapere a quale target di homebrewer si rivolge il venditore quando vende un kit. Molto probabilmente, mia illazione, si tratta di un homebrewer occasionale, felice possessore di un All-In-One che ha cominciato da relativamente poco o che produce una volta ogni tanto e non ha ancora una consapevole gestione del proprio impianto. Perché le ricette non si rivolgono a queste persone? Nelle istruzioni è indicato come in caso di utilizzo di un All-In-One sia necessario aggiungere tutti i litri di acqua prevista tra mash e sparge e procedere all’ammostamento. Non funziona proprio così… E ho conosciuto molti homebrewer che hanno abbandonato l’hobby perché… questo kit fa cagare. Non è il kit a far cagare (o meglio non tutta la colpa viene da lì), ma è l’homebrewer che non ha capacità critiche per comprendere le istruzioni riportate in ricetta. Istruzioni più chiare e dettagliate mirate a target diversi potrebbero davvero fare la differenza.
Com’è andata la cotta?
Detto questo, passiamo alla parte bella del tutto: la cotta!
Ahhh… che bella cosa l’aerosol di malti e luppoli! Erano mesi che non respiravo così bene!
Per la maggior parte della serata non mi sono dovuto preoccupare di pesare le materie prime e richiudere e sigillare sotto vuoto, quindi ho avuto un sacco di tempo libero da dedicare alle pulizie e alla riorganizzazione delle materie prime e delle attrezzature, il resto è stato tutto tempo libero. Ricircolo in corso, buona musica di sottofondo, birretta in mano, sgabellino comodo, uno sguardo a YouTube e uno a Facebook… e la serata è finita presto. E senza mal di schiena.
Ogni tanto concedersi il lusso di un kit, quindi, è consigliabile, anche se si è homebrewer esperti, o nel mio caso, homebrewer rompicoglioni con la mania delle classifiche in cerca sempre di un pretesto per sbruffoneggiare dall’alto del pulpito.
E comunque…
…Buona giornata nazionale dell’homebrewing, amici! Che la mia e la vostra passione continui per molto altro tempo ancora e non solo in questa occasione, che, diciamoci la verità: la gioia e il piacere di sedersi in una tavolata piene di persone a parlare di stronzate e cose serie accompagnando il tutto con un po’ di birra è semplicemente una gioia della vita.
Sempre e comunque dalla parte dell’homebrewing!
Salute!