Menu

Enlarge your Original Gravity

16 Gennaio 2018 - il Blog
Enlarge your Original Gravity
breve infografica della cotta.

E quindi, giunti finalmente a gennaio 2018, eccoci ancora qui, a parlare ancora di homebrewing e di tutto quello che succede dentro l’officina Briù. E come tradizione vuole, la prima cotta dell’anno è sempre una Briù Plus Plus.

Come accennavo nel post scorso, ho intenzione di cimentarmi nella produzione di birre ad alte OG cercando il metodo produttivo più conveniente, e prima di passare a cose molto complesse ho deciso di fare una cotta con OG prevista intorrno ai 1080 per i soliti 20 litri e più di prodotto finito per vedere fino a dove posso spingermi col mio impianto, e sopratutto se sono capace di gestire mash, sparge, bollitura ma sopratutto fermentazione.

La ricetta della mia Plus Plus, che di solito si aggira intorno ai 5 gradi alcolici è stata leggermente rivista e pompata per mettere in cantiere una Rye IPA da una stima finale approssimativa di circa 8 gradi alcolici.

La Rye IPA, categoria 21B del BJCP 2015, viene descritta come decisamente luppolata e amara e non necessariamente forte che mette in evidenza aromi provenienti da luppoli americani o australiani e, ovviamente, provenienti dalla segale.

Com’è andata la cotta

Cominciamo col dire che sono voluto essere volutamente pessimista e nella stesura della ricetta ho impostato un efficenza dell’impianto di circa il 60% a scapito della solita che si tara intorno al 72% per birre con OG intorno ai 1050. Questo perché fare birre ad alta OG espone l’impianto a tutta a una serie di imprevisti che con birrette più semplici non si presentano, e come Murphy insegna, se qualcosa può andare storto lo farà. E siccome io credo fortemente nella sfiga a prescindere, ho ritenuto opportuno stare basso per evitare di piangere poi.

Anticipo che alla fine l’efficienza stimata è stata centrata in pieno e a fine cotta mi sono ritrovato coi valori calcolati sia da Beer Smith che da Brewonline coincidenti.
(nel caso qualcuno se lo stia chiedendo… Sì, utilizzo più di un programma per stilare la ricetta di una cotta, ma questa è un’altra storia). E che ovviamente non sono mancati imprevisti.

Ho messo in fermentatore circa 23 litri di mosto ad una densità finale di 1075 e tre bustine di US-05 e adesso che scrivo sta tranquillamente sbuffando nella camera di fermentazione a 18-19 gradi costanti.

Tra le altre cose ho avuto il piacere di condividere questa serata insieme a due homebrewer della zona, Roberto (già venuto a farmi compagnia per la produzione della SQL) e Mattia, così tra una birretta e una cazzata il tempo della cotta è passato molto più velocemente.

Ecco un po’ di dati della cotta, così come recuperati da brewonline.net

OG :1075
ABV :7.5 %
Plato :18.2
IBU :59.4
BU/GU :0.79

Cosa è andato storto in questa cotta.

Diverse cose sono andate maluccio. Innanzitutto ho macinato i grani troppo fine, e questo ha portato dei problemi di filtrazione durante lo sparge e sul ricircolo. Inoltre la segale da sempre spazio ad imprevisti.
Come se non bastasse mi ha lasciato a piedi anche l’hop spider: praticamente inutilizzabile dal momento che a causa di una non approfondita pulizia tutti i pori si sono tappati e semplicemente non affondava nel mosto e alla fine ho dovuto optare per il pellet libero in pentola. E per questo si è intasato anche il mini filtro bazooka attaccato al rubinetto, rendendo complicato il riempimento del fermentatore: niente che non si possa riolvere usando un sifone automatico, anche se l’operazione è stata comunque scomoda e lunga. Insomma… Artax e Atreyu nelle paludi della tristezza.

Devo trovare un sistema più pratico per la pulizia dell’hop spider per evitare di combattere con questi intasamenti in cascata. Sto già studiando un metodo alternativo che dovrebbe risolvere tutti questi problemi, e non appena sarà realizzato ne parlerò.

Conclusioni.

A parte questo, è andato tutto super stra bene.

#sarcasm

In ogni caso, in questa cotta ho imparato che spingersi oltre per la realizzazione di birre ad alta OG prevede maggiore attenzione anche ai minimi dettagli. Niente di impossibile da gestire, quindi non vedo proprio perché non riprovarci, magari con metodi migliori come per esempio il mash reiterato.

Continua a leggere...